TEMPLARI E ANTICO CASALE DI MONASTERIUM ALBUM, UN ULTERIORE CONTRIBUTO DI SALVATORE MAZZOLA

Riceviamo e pubblichiamo, un contributo di Salvatore Mazzola, libero pensatore e cultore di storia patria. 

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Il “mistero” più oscuro spesso si “nasconde” in piena vista, protetto solamente dalla nostra incapacità di guardare nei posti e nei modi “giusti”. Nell’architettura, negli oggetti, nelle scritture e nei rituali in ambito mitico e religioso giacciono storie sconosciute e in attesa di prendere voce.

Quando nel 2019 visitai i resti dell’antico paese, rappresentati unicamente dal tempio mariano, liberato ormai dalla pietra lavica, notai negli elementi architettonici della struttura e degli arredi in muratura tutto un insieme di “tracce”, grazie alle quali iniziai a farmi delle idee sulla possibile storia del sito.

Tanto ne restai affascinato che, in un video pubblicato su Youtube (I Misteri dell’antica Misterbianco), iniziai ad accennare una teoria, senza però entrare nello specifico. 

Perché?

Prima di pronunciarmi sulla possibilità e sull’essenza di una qualsiasi ipotesi, ho bisogno di prove che abbiano un apprezzabile livello di concretezza. Una di queste prove mi è stato possibile trovarla in una foto d’epoca pubblicata su Misterbianco ieri, un libro firmato da Mimmo Santonocito, autorevole storico locale, scomparso nel 2020. L’immagine fotografica riproduce la chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie come appariva nel 1908, e quella che svetta sulla cima della sua facciata (ultimata nel 1905) è una massiccia e imponente croce in pietra bianca.

Con tutto il rispetto per il simbolo in sé, quella croce era considerata un po’ da tutti, maestranze e paesani, rozza e pesante e, per di più, montata su un basamento piuttosto debole, tanto da far presagirne la caduta, così, da un giorno all’altro, come effettivamente avvenne, a causa del terremoto che aveva appena distrutto la città di Messina.

Perché allora non montarne, fin dall’inizio, una in ferro, più snella e leggera? Evidentemente, perché il progetto dell’intera facciata la prevedeva in quel modo. Appunto, perché proprio in quella forma?

Si tratta, senza ombra di dubbio, di una “croce patente”, un simbolo che ci riporta prepotentemente ancora più indietro nel tempo, quando gli ordini cavallereschi dei Templari e dei Teutonici la portavano impressa sulle loro tuniche.

Ma a quale delle due compagnie si riferiva?

Incredibilmente, la risposta si trova proprio all’interno della stessa chiesa. In ogn’uno dei 12 pilastri, sul lato che affaccia la navata centrale, sta in bella mostra una piastrella sulla quale è pitturata un’inequivocabile croce patente di color rosso: il simbolo distintivo dei cavalieri che furono i custodi del Tempio di Salomone, a Gerusalemme.


Quale significato possono avere una croce Templare posta in cima alla facciata e un’altra all’interno di una chiesa del ‘700?

Oltre alla croce patente in cima e ai due rosoni che sembrano riprodurla, sono degne di attenzione anche le sette logge sotto la croce di cui il numero corrisponde a quello della lampada Menorah ebraica in uso nel Tempio di Gerusalemme. Faccio notare, inoltre, come la loggia centrale è posta rialzata, esattamente come la candela centrale della Menorah.

A fronte di queste curiose “coincidenze”, vado alla scoperta del significato simbolico di queste inserzioni architettoniche e della loro reciproca correlazione con la storia dell’antico Monasterium Album (mi viene difficile pensare che siano state messe lì al solo scopo decorativo) e capire se fu una preferenza del maestro architetto oppure una precisa disposizione della committenza.

Una prima idea che sta venendo fuori dalle mie ricerche inquadra una decina di Templari sfuggiti alla persecuzione, avvenuta nei primi anni del 1300, e rifugiatisi proprio dove, in seguito, sarebbe sorta l’antica Misterbianco. I fuggitivi portarono con loro il bagaglio di un’antichissima conoscenza, scritta con simboli e metafore, di cui ne conoscevano la grande importanza e (forse) anche la “mistica” sostanza.

salvatoremazzola.it

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