"AD BLANCUM": UNA NUOVA E COMPLEMENTARE TESI SULL’ORIGINE DEL NOME MISTERBIANCO

di Antonino Condorelli

La lettura attenta del testo “Fra Etna e mare” di Patrizia Sardina mi permette in modo determinante di proporre una nuova tesi sull’origine del nome Misterbianco. La scrittrice, nel descrivere in modo chiaro ed esauriente l’importante ruolo economico e politico dei vignaiuoli del circondario etneo posseduto in buona parte dagli Alagona, dai Martini e dai nobili facoltosi della città etnea, puntualizza che i possedimenti della chiesa catanese si susseguivano “quasi senza soluzione di continuità” nelle contrade dell’hinterland della città di Catania.

In particolare, leggevo testualmente che: «oltrepassando contrada Arena e dirigendosi ad ovest, si giungeva nella contrada Bicocca e Buttichiti, vero e proprio “regno” della Chiesa catanese, i cui possedimenti si susseguivano quasi senza soluzione di continuità. Contrada Bicocca, più vicina a Catania, era separata da contrada Buttichiti tramite la strada che conduceva a Mompilieri. Un’altra strada pubblica, a nord di Buttichiti, conduceva ad Blancum, mentre ad ovest si trovava il vallone Buttichiti». 

Ulteriore curiosità, nella lettura del testo, generava in me la descrizione delle caratteristiche geomorfologiche-produttive delle contrade e dei loro proprietari.

A tale riguardo, in particolare l’autrice scrive: «in pieno trecento in contrada Bombacaro la chiesa di Catania possedeva terre, coltivate prevalentemente a vigneto, grazie al consueto sistema dell’enfiteusi. Piccoli pezzi di terra, oscillanti fra una salma e mezzo e quattro salme, vennero concessi a magistri catanesi, affinché piantassero viti. Le terre della chiesa erano incuneate fra un vallone posto a nord ed una strada pubblica che conduceva ad Blancum».

Specifico interesse ha destato ancora in me l’elenco delle contrade Bombacaro, Albanelli, Nesima, Fontana rossa o Palma, Segio o Machalda, Arena o Arcura, Decatia o Fasano, S.Clemente, S.Spirito, S.Maria Magna, Cibali (bagnata dal fiume Longane), Mecca, Sorba (posta sulla strada per Pedara, con la presenza di un fondaco) ubicate nel territorio suburbano di Catania del XIV sec. 

Grazie a questo elenco, mi è stato possibile rintracciare il teatro delle contrade del XIV sec. che circondavano la contrada Blanco, o contrada Misterbianco (come si legge nel testo consultato), riscontrabili sulla base dei toponimi tutt’oggi esistenti, in una attuale cartina del piano paesaggistico degli ambiti regionali (Figg.1,2,3) ricadenti nella provincia di Catania. 

Inoltre, mediante la visione della carta pubblicata da Braun ed Hogenberg nel 1575, mi è stato possibile individuare approssimativamente le strade pubbliche del XIV sec. e, contemporaneamente, confermare che Blanco si trovava in un ambiente “sterile” dell’hinterland della città di Catania, rafforzando così il significato del toponimo mons albo o monti albi (fig. 4, 5).

La precedente descrizione-puntualizzazione mi consente di fare tali conseguenti considerazioni:

1) L’espressione “una strada pubblica che conduceva ad Blancum” contiene “ad” seguito da un termine all’accusativo (blancum) che esprime l’avvicinamento ad un luogo, e precisamente a Blanco, cioè all’acquartieramento di mons steri blanco (figg. 6, 7) come espressamente indicato nei registri parrocchiali.  Il termine Blanco, come si evince dal foglio inerente a uno degli atti conservati all’archivio diocesano di Catania (figg. 8, 9, 10) veniva usato dagli stessi ecclesiastici o dai notai (Notaio Francaviglia, XV sec.)  per indicare-qualificare un luogo o un villaggio-colonia e non un monastero bianco, né il colore bianco di un mosto (cfr. Alfio Longo) o di un mosto delle erbe bianche (cfr. Santi Consoli). Pertanto, poiché gli atti arcivescovili da me consultati sono del XIV sec., bisogna, come già ho esplicitato in una mia precedente pubblicazione, sconfessare quanto sino a questo momento è stato sostenuto, cioè: far derivare il nome Misterbianco da “Monasterium Album”;

2) Le strade pubbliche, poco agevoli, che collegavano Catania ai casali attraverso il bosco etneo (Fig. 11) sono rappresentate nel loro tracciato planimetrico dalla pianta (Fig.12) di Braun ed Hogenberg (1575) nella quale, attraverso un’attenta osservazione, si possono cogliere probabilmente le sagome della chiesa della Madonna degli Ammalati, nonché quella della chiesa sacramentale del vecchio casale (fig. 13) di mons steri albo cioè Misterbianco.





Antonino Condorelli

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Bibliografia 

Patrizia Sardinia,  Tra l’Etna e il mare,  Sicania 1995 

A.C.c Tutt’atti, I, ff.165 v-166 r 

Sitografia

https://www2.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/bca/ptpr/documentazione%20tecnica%20catania/CARTOGRAFIA/Piano/20_8_beni_paesaggistici.pdf

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